A pochi chilometri da Canfanaro (Kanfanar in croato) e da Rovigno (Rovinj in croato) si trovano le rovine della città fortificata medioevale di Duecastelli (Docastei in istriano), ubicata su un’altura all’interno della valle della Draga (Limska draga), vallata che rappresenta il proseguimento sulla terraferma del canale di Leme. Si raggiunge percorrendo la strada che da Rovigno porta a Canfanaro, appena prima di entrare a Canfanaro sulla sinistra si prende la strada che scende nella valle sottostante. Il nome deriva dall'esistenza, nelle sue vicinanze, di un altro castelliere: Castel Parentino; l'attuale Duecastelli si chiamava Moncastello; entrambe le fortificazioni furono fondate nel VI secolo dopo cristo e mentre la prima si estinse velocemente, la seconda, prima come dominio del patriarca di Aquileia (sotto il cui dominio divenne Duecastelli) e in seguito come dominio di Venezia, si sviluppò ulteriormente (le prime fonti scritte che citano Duecastelli sono del 879). La “piccola Pompei medievale” fu abbandonata dai sui ultimi abitanti più di tre secoli fa (fu abbandonata nel 1631 e rimasero solo pochissime famiglie fino a che nel 1714 non rimase più nessuno) per sfuggire alla peste e alla malaria e si presenta ora con le mura in rovina e con le torri, i bastioni e le case (circa 200) diroccate (si conservano bene alcuni torrioni, parte delle mura di cinta doppie, la porta di entrata alla città). Nel punto più alto dell’antico abitato i resti del complesso romanico della basilica di Santa Sofia (chiesa paleocristiana a tre navate); le reliquie ed il pulpito del quattordicesimo secolo furono trasportati nella chiesa di S. Silvestro a Canfanaro, dove gli abitanti di Duecastelli si erano trasferiti mentre i reperti archeologici trovati nel cimitero, sono ora a Pola, nel lapidario di S. Francesco.
Attenzione si può passeggiare tra le rovine a proprio rischio e pericolo.
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