giovedì 20 dicembre 2007

Trieste, la Passeggiata Napoleonica









La Strada Vicentina meglio conosciuta come Napoleonica (chiamata così perché si riteneva che fosse stata aperta dalle truppe napoleoniche) è uno dei luoghi prediletti dai triestini per le passeggiate fuoriporta. Dal sentiero, tra profumi di salvia e bruscandoli (asparagi selvatici), si gode un magnifico panorama sul Golfo di Trieste. La Napoleonica è una passeggiata immersa nel verde della pineta, nel rosso fuoco del sommacco autunnale e nella fragranza della salvia, al riparo dalla bora e sempre esposta al sole; dai numerosi punti panoramici disseminati lungo il suo percorso è possibile ammirare in tutto il suo fascino il mare, la città, la costa.

Originariamente si trattava di un sentiero impervio che in epoca medievale collegava i borghi dell'altopiano carsico di Opicina e Prosecco. Nel 1821 l'ing.Vicentini diede inizio ai lavori per la costruzione di una strada carrozzabile che partendo da Prosecco doveva collegare l'Altipiano a Trieste. Il progetto però falli e alla fine furono aperti solo 200 metri di strada; negli anni si sono avuti vari riassetti fino alla sistemazione attuale fatta dalla Società Alpina delle Giulie (Sezione di Trieste del CAI) che ha trasformato il sentiero in una gradevolissima e agevole passeggiata panoramica (il percorso è in leggera discesa con un dislivello tra partenza e arrivo di circa 100 metri).

Si parte dall'Obelisco di Opicina, il monumento fatto erigere dal Corpo Mercantile di Trieste nel 1830 in onore dell'imperatore d'Austria - Ungheria Francesco Giuseppe, a Trieste per l'inaugurazione della nuova strada Commerciale che collegava il porto dell'Impero al territorio austriaco, e dopo circa un'ora si arriva a Prosecco coprendo una distanza di circa cinque chilometri e mezzo. Quasi alla fine del percorso si arriva ad un tratto asfaltato alla cui destra si alza una parete rocciosa, utilizzata come palestra dagli amanti dell'arrampicata sportiva. Sempre sulla destra del succitato tratto asfaltato si trova il sentiero che conduce alla vedetta d'Italia e che prosegue poi verso il Santuario di Monte Grisa.

venerdì 30 novembre 2007

Il Castello di Duino







Il Castello di Duino, dimora privata della nobile famiglia dei Principi di Torre e Tasso (von Thurn und Taxis), sorge su uno sperone roccioso a picco sul mare da cui si gode una bellissima veduta su tutto il golfo di Trieste; attraversando il parco (con terrazze e spalti che si aprono sul mare) si può ammirare una ricca varietà di flora mediterranea: lecci, ulivi, cipressi e numerose cascate di fiori variopinti.

Il vecchio Castello, di cui oggi rimangono soltanto pochi ruderi, sorgeva sul promontorio adiacente a quello dove è ubicato l’attuale castello e secondo la tradizione era dedicato al culto del dio Sole. Il nuovo Castello pare risalga al XV secolo e fu fatto costruire per volontà della famiglia sveva dei Walsee attorno ai resti di una grande torre quadrangolare di un avamposto romano (alla base della torre romana è stata ritrovata una lapide commemorativa del III secolo d.C. collocata in occasione di una visita dell’imperatore Diocleziano). Il Castello è stato più volte restaurato e dell’originaria costruzione rimangono oltre alla suddetta torre, le fondamenta e qualche tratto di muro.
Gli ospiti illustri del Castello sono stati tanti; per citarne solo alcuni: Johann Strauss, Franz Liszt, Mark Twain, Paul Valéry, Gabriele D'Annunzio, Rainer Maria Rilke, Eugène Ionesco e Karl Popper, Elisabetta d'Austria (Sissi), l'arciduca Massimiliano d'Asburgo con la moglie Carlotta del Belgio e l'arciduca Francesco Ferdinando che da qui partì per Sarajevo, dove venne ucciso (fatto che come tutti sanno scatenò la prima guerra mondiale).
Dall'incanto di questi luoghi trasse ispirazione per le sue famose "Elegie duinesi" il poeta ermetico Rainer Maria Rilke, che qui soggiornò tra il 1911 e il 1912. E proprio al poeta praghese è intitolata la spettacolare passeggiata panoramica che porta fino alla baia di Sistiana (sentiero Rilke).
Sotto la rupe del vecchio castello si scorge una particolare roccia che vista dal mare sembra una donna avvolta in un lungo velo: è la “Dama Bianca”; la leggenda narra di un sovrano malvagio che gettò la sua sposa dallo strapiombo e il cielo, impietosito dalle grida della sventurata, la mutò in pietra prima che toccasse l’acqua.
Nell'insenatura che divide i due castelli affiora uno scoglio, noto come lo “scoglio di Dante”; si racconta infatti che il sommo poeta, ospite del Patriarca di Aquileia (in quel periodo signore del Castello) venisse qui a raccogliersi in meditazione e che ispirato dalla bellezza del luogo scrisse anche alcune terzine della Divina Commedia.



lunedì 5 novembre 2007

Istria, Duecastelli (Dvigrad)







A pochi chilometri da Canfanaro (Kanfanar in croato) e da Rovigno (Rovinj in croato) si trovano le rovine della città fortificata medioevale di Duecastelli (Docastei in istriano), ubicata su un’altura all’interno della valle della Draga (Limska draga), vallata che rappresenta il proseguimento sulla terraferma del canale di Leme. Si raggiunge percorrendo la strada che da Rovigno porta a Canfanaro, appena prima di entrare a Canfanaro sulla sinistra si prende la strada che scende nella valle sottostante. Il nome deriva dall'esistenza, nelle sue vicinanze, di un altro castelliere: Castel Parentino; l'attuale Duecastelli si chiamava Moncastello; entrambe le fortificazioni furono fondate nel VI secolo dopo cristo e mentre la prima si estinse velocemente, la seconda, prima come dominio del patriarca di Aquileia (sotto il cui dominio divenne Duecastelli) e in seguito come dominio di Venezia, si sviluppò ulteriormente (le prime fonti scritte che citano Duecastelli sono del 879). La “piccola Pompei medievale” fu abbandonata dai sui ultimi abitanti più di tre secoli fa (fu abbandonata nel 1631 e rimasero solo pochissime famiglie fino a che nel 1714 non rimase più nessuno) per sfuggire alla peste e alla malaria e si presenta ora con le mura in rovina e con le torri, i bastioni e le case (circa 200) diroccate (si conservano bene alcuni torrioni, parte delle mura di cinta doppie, la porta di entrata alla città). Nel punto più alto dell’antico abitato i resti del complesso romanico della basilica di Santa Sofia (chiesa paleocristiana a tre navate); le reliquie ed il pulpito del quattordicesimo secolo furono trasportati nella chiesa di S. Silvestro a Canfanaro, dove gli abitanti di Duecastelli si erano trasferiti mentre i reperti archeologici trovati nel cimitero, sono ora a Pola, nel lapidario di S. Francesco.
Attenzione si può passeggiare tra le rovine a proprio rischio e pericolo.

lunedì 29 ottobre 2007

Baia di Sistiana





La Baia di Sistiana, suggestiva insenatura naturale dell'alto Adriatico, si trova a 15 km da Trieste nel Comune di Duino – Aurisina ed è una cornice ideale per una giornata di relax al mare (punti di ristoro e possibilità di parcheggio).
Nota storica: durante la seconda guerra mondiale all'interno della baia, il comando tedesco attrezzò una base di sommergibili tascabili Molch scavata interamente nella roccia (visitabile).


giovedì 25 ottobre 2007

Carso sloveno, Lipica (Lipizza)






Questa piccola località nel cuore del carso sloveno, tra boschi secolari di castagni, querce, faggi e tigli, ospita dalla fine del XVI secolo la storica scuderia dei famosi cavalli bianchi lipizzani, cavalli dal portamento fiero ed elegante. Fu nel 1580 che l’arciduca austriaco Carlo I di Stiria, figlio dell’imperatore Ferdinando I° d’Austria, adibì la sua tenuta all’allevamento di una razza selezionata da utilizzare nelle parate alla corte di Vienna e nell’alta scuola di equitazione, incrociando i veloci e resistenti cavalli locali con stalloni andalusi, boemi, napoletani e arabi.
I lipizzani, frutto di una lunga e paziente selezione, uniscono alla bellezza e all’eleganza, intelligenza, docilità, versatilità, velocità e resistenza.
Le stalle (di cui una risalente al 1703) ospitano oggi 260 cavalli che non nascono affatto bianchi, ma diventano tali solo dopo 5 anni.
Lipica (Lipizza in italiano) si trova ad appena due chilometri dal confine italo-sloveno di Basovizza (Comune di Trieste) e ad otto da quello di Fernetti (Comune di Monrupino - in sloveno Repentabor).


venerdì 21 settembre 2007

Predjama (Slovenia), il Castello di Erasmo





Il castello e' incastonato in una grotta su di una parete rocciosa a precipizio alta 123 m, sopra l'inghiottitoio carsico del torrente Lokva (si chiama anche castello di Lueghi o di Lueg dal nome del cavaliere/bandito Erasmo Lueger che qui subì un lungo assedio nel 1484 e che qui morì in seguito al tradimento di un suo servo). L’aspetto odierno del castello risale alla fine del cinquecento ma la struttura precedente è del XIII secolo; la parte antica completamente celata nella grotta è chiamata Tana di Erasmo, da qui un cunicolo segreto, ora murato, comunicava con l'esterno. Sotto il castello di Predjama, si trovano le grotte, modellate dal corso sotterraneo del fiume Lokva e le cui caverne, con diramazioni e cunicoli, si dispongono su più piani. Fra i suoi proprietari si annoverano i patriarchi di Aquileia, poi gli Asburgo, ma sopratutto il cavaliere/bandito Erasmo Lueger alle cui avventurose vicende il luogo risulta indissolubilmente legato. Da Postumia, località nota per le famose grotte, Predjama dista circa 9 km, mentre da Trieste saranno circa una sessantina di chilometri.

lunedì 13 agosto 2007

Gita a Tindari





Tyndaris venne fondata nel 396 a.c. da Dionisio di Siracusa (Dionigi I, detto il vecchio) come avamposto militare per le sue campagne di conquista. La città sorse sul punto più alto del promontorio roccioso che dominava il golfo di Patti ed era dotata di una possente cinta muraria; grazie alla sua posizione fu un centro di notevole importanza strategica ma durante il periodo romano frane e terremoti la danneggiarono seriamente, facendone precipitare buona parte in mare. Sui resti dell’antica città ormai abbandonata (pressapoco sull'acropoli) fu costruita una piccola chiesa (dove sorge l’odierno Santuario).
Il culto della Madonna nera di Tindari trae origine dal ritrovamento sulla sottostante spiaggia di Marinello di una cassa contente il Simulacro della Vergine Maria (si racconta abbandonato, in seguito ad una tempesta, da una nave di passaggio). E’ ipotizzabile che la statua, in stile bizantino e scolpita in legno di cedro, provenga dal vicino oriente (databile intorno al IV - V secolo d.c.).
Da visitare, oltre il già menzionato Santuario, l'area archeologica con il Teatro, la Basilica e i resti di edifici di epoca romana.

mercoledì 8 agosto 2007

Carso, Val Rosandra





nei pressi di Trieste (Comune di San Dorligo della Valle, Dolina in Sloveno) si trova la Riserva Naturale della Val Rosandra, luogo molto frequentato dagli amanti della natura e dagli appassionati di roccia; la valle, formata dall'erosione prodotta dal torrente omonimo che scorre a fondo valle, è caratterizzata da ghiaioni, rupi e pareti a strapiombo; da vedere i resti dell'acquedotto romano del I° secolo d.c. (che serviva la città di Tergeste) e la chiesa di Santa Maria in Siaris del XIII sec.

giovedì 19 luglio 2007

Trieste, Castello di Miramare





il Castello di Miramare


il Castello visto dalla Napoleonica

il molo



Il Castello di Miramare fu fatto costruire nel 1856 dall'arciduca Massimiliano Ferdinando d'Asburgo, fratello dell'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe e governatore del Lombardo-Veneto, per farne la propria dimora da condividere con la moglie Carlotta del Belgio. Il Castello è tutto in pietra bianca di Orsera e si erge su uno sperone roccioso proteso a picco sul mare affacciandosi sul golfo di Trieste (pochi chilometri a nord della città). Massimiliano amava così tanto navigare che fece costruire il Castello in modo tale che da ogni finestra fosse possibile vedere il mare, così da avere l'impressione di essere sempre a bordo di una nave. Il grande parco (22 ettari) che circonda il Castello è caratterizzato da una grande varietà di piante molte delle quali scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi attorno al mondo come ammiraglio della marina militare Austriaca. Tanti sono gli angoli suggestivi, come il laghetto dei cigni e quello dei loti, il castelletto - un edifico di dimensioni minori che funse da residenza per i due sposi durante la costruzione del Castello stesso, ma che divenne di fatto una prigione per Carlotta, quando perse la ragione dopo l'uccisione del marito in Messico - con poco lontana la statua in bronzo di Massimiliano (originariamente posizionata nell’attuale piazza Venezia di Trieste), la piccola cappella in cui si conserva una croce fatta con i resti della "Novara", la nave ammiraglia con cui Massimiliano salpò da Miramare per diventare imperatore del Messico. Il Castello fu inaugurato la sera di Natale del 1860 ma Massimiliano vi abitò solo per quattro anni, fino al 1864 quando, accettata la corona di imperatore del Messico, partì per questa terra lontana, dove venne fucilato dalle truppe rivoluzionarie di B. Juarez (1867). Elisabetta d’Austria (la celebre SISSI) soggiornò più volte al Castello e amava compiere lunghe passeggiate nel parco. Attualmente il castello è adibito a museo. Il tratto di mare antistante il Castello è Riserva Naturale Marina gestita dal WWF.

Catania, Castel Ursino





Il Castello fu realizzato per volere di Federico II di Svevia nel XIII secolo e fu costruito su un promontorio di roccia sul mare. Il Castello era dotato di un imponente fossato e di ponte levatoio ma nel 1669 la colata di lava che si riversò su Catania colmò il fossato e spostò per alcune centinaia di metri la linea di costa. Il castello è stato nel tempo dimora reale degli Aragonesi, dimora dei Viceré Spagnoli, poi anche prigione. Oggi il castello è adibito a museo civico della città etnea.

mercoledì 18 luglio 2007

Rovigno, giro in barca

isola di figarola

isola di Santa Caterina

isole pirusi

isola di San Giovanni

domenica 15 luglio 2007, giretto in barca intorno alle isolette di Rovigno, tuffo in acqua nella baietta dell'isola di San Giovanni (mare stupendo) e grigliata di triglie appena pescate. Da provare.